Speziale

La medicina occidentale nel periodo alto-medievale subì delle modificazioni semplificative rispetto alla concezione dell'antichità. Tale arte medica antica venne mantenuta per lo più grazie ai monasteri e ai più importanti centri culturali.
Una delle più importanti terapie mediche era quella basata su l'utilizzo di erbe officinali: per questo era fondamentale il mestiere dello Speziale, ossia colui che aveva la conoscenza delle proprietà di erbe, spezie, oli essenziali, minerali e quant'altro la natura offrisse per la cura dei mali e, per questo, commercializzava tali prodotti in forma "naturale" - fresca o essiccata - oppure sotto forma di preparati, unguenti, impiastri, tinture, ecc.
Non era difficile, comunque, che i medici stessi fossero anche speziali, specialmente per il mantenimento del segreto nella preparazione dei medicamenti.
Si può quindi assimilare il mestiere dello speziale a quello del farmacista attuale; era considerato tra i più redditizi dell'epoca, poiché la Spezieria veniva frequentata dalle diverse caste sociali, alla ricerca del rimedio adatto alle proprie finanze.
Nella bottega dello speziale si trovavano quindi erbe, droghe, spezie, ma anche profumi, essenze, colori per pittori e tintori, minerali, grassi, cera per candele, sapone, spago, carta per scrivere e inchiostri; il tutto conservato in recipienti di vetro, di coccio, di corno, di legno oppure in sacchetti di stoffa .
Nel nostro banco ricreativo di uno speziale del XII secolo, realizzato con materiali filologici (come, ad esempio, i vetri provenienti dalla Siria e realizzati con le tecniche antiche), si possono ammirare alcune delle più note erbe e spezie allora utilizzate: dal miele alle galle, dalla mirra alle radici, dai semi ai fiori utilizzati per creare preparati di medicina fitoterapica del tempo.
Ad ogni singolo elemento sono associate una già nota valenza culinaria, una valenza curativa ed anche una credenza “magica”, frutto di ricerche sui testi specializzati e manoscritti dell’epoca.
Caterina Fiorini
Una delle più importanti terapie mediche era quella basata su l'utilizzo di erbe officinali: per questo era fondamentale il mestiere dello Speziale, ossia colui che aveva la conoscenza delle proprietà di erbe, spezie, oli essenziali, minerali e quant'altro la natura offrisse per la cura dei mali e, per questo, commercializzava tali prodotti in forma "naturale" - fresca o essiccata - oppure sotto forma di preparati, unguenti, impiastri, tinture, ecc.
Non era difficile, comunque, che i medici stessi fossero anche speziali, specialmente per il mantenimento del segreto nella preparazione dei medicamenti.
Si può quindi assimilare il mestiere dello speziale a quello del farmacista attuale; era considerato tra i più redditizi dell'epoca, poiché la Spezieria veniva frequentata dalle diverse caste sociali, alla ricerca del rimedio adatto alle proprie finanze.
Nella bottega dello speziale si trovavano quindi erbe, droghe, spezie, ma anche profumi, essenze, colori per pittori e tintori, minerali, grassi, cera per candele, sapone, spago, carta per scrivere e inchiostri; il tutto conservato in recipienti di vetro, di coccio, di corno, di legno oppure in sacchetti di stoffa .
Nel nostro banco ricreativo di uno speziale del XII secolo, realizzato con materiali filologici (come, ad esempio, i vetri provenienti dalla Siria e realizzati con le tecniche antiche), si possono ammirare alcune delle più note erbe e spezie allora utilizzate: dal miele alle galle, dalla mirra alle radici, dai semi ai fiori utilizzati per creare preparati di medicina fitoterapica del tempo.
Ad ogni singolo elemento sono associate una già nota valenza culinaria, una valenza curativa ed anche una credenza “magica”, frutto di ricerche sui testi specializzati e manoscritti dell’epoca.
Caterina Fiorini
© copyright Associazione Culturale Opificium
Tutte le foto e i testi sono di proprietà dell’Associazione. Con ciò non vogliamo vietarne completamente l’uso, a patto che se ne indichi la provenienza e/o autore. Grazie.
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