Cacciatore normanno
Il “De arte venandi cum avibus” scritto da Federico II era considerato già in epoca medievale un “Best-seller” assoluto, l’enorme successo dell’opera si deve all’interesse e al fascino che l’arte della caccia suscitava nella popolazione medievale di ogni strato sociale. Infatti in questo periodo storico più che in altri la caccia assume una doppia valenza; d'approvvigionamento del cibo per il popolo, mentre per i nobili di svago assoluto.
Due erano fondamentalmente le tipologie di caccia praticate all’epoca: la "venatio clamorosa", e la "venatio placita".
La prima è la modalità della caccia in battuta, veniva effettuata da squadre composte da un gran numero di cacciatori, di battitori e di cani. Tutti procedevano in formazione serrata tale da non consentire alle bestie, che fuggivano spaventate dal chiasso volutamente prodotto - "venatio clamorosa" - di scappare infiltrandosi fra di loro. Queste ultime pertanto o venivano inseguite fino all’abbattimento o venivano spinte verso una seconda squadra, formata da soli cacciatori, che in agguato poteva abbattere le prede verso di loro indirizzate.
Questo tipo di attività venatoria era ai danni di animali di grossa taglia, come Cervi, caprioli, cinghiali, ma anche orsi e lupi. Le armi usate erano prevalentemente: lance, spiedi, angoni, balestre.
Questa tipo di caccia era praticata anche dai nobili come svago per dimostrare la resistenza fisica, la tattica ed il coraggio nello scontro corpo a corpo muovendosi però sul territorio di caccia con il cavallo per accentuare maggiormente la posizione di prestigio rivestita
Il secondo tipo la, “Venatio Placita”, è la caccia da agguato. Era praticata singolarmente, o al massimo da pochi individui, in maniera silenziosa e statica con armi da lancio, quali archi e fionde, oppure con reti e trappole. Questa è la caccia “popolare” che si riversa su animali di tutti i tipi tanto per uso alimentare che per le pellicce e in alcuni casi per liberare le aree antropizzate dai competitori naturali. Attribuibile a questa tipologia di caccia silenziosa è anche la falconeria, destinata però ad uno svago più che altro nobiliare.
Severe sono le leggi che regolano l’attività venatoria nell’età di mezzo, di solito tese ad affermare i diritti di caccia su un dato territorio e su specifici animali ed addirittura su alcune tecniche.
Vennero così create riserve venatorie subordinate al consenso del re, ogni nobile o monastero possedeva la sua dove era permesso cacciare anche ai coloni, previa autorizzazione e pagamento in denaro o parte degli animali catturati. Ad esempio nell’Inghilterra medievale tutti i cervi della nazione erano considerati proprietà assoluta del Re e la loro uccisione poteva essere punita con la morte.
IL BANCO
Il Banco da me realizzato si ispira appunto a questa attività nel periodo del XII sec in Italia centro-meridionale sotto la dominazione normanna, propone il mestiere del cacciatore nella sua parte finale, ovvero la vendita delle pelli in un potenziale mercato o fiera medievale.
La ricostruzione da me realizzata è conforme alle caratteristiche ed alle esigenze di questo mestiere in questa precisa “trance” storica; per cui, ad esempio, tutte le mercanzie sono esposte a terra su casse, ceste, pellicce e graticci, poiché l'esigenza di spostamenti continui di città in città non permetteva ai mercanti del tempo di avere tavoli o banchi (quindi le casse ed i contenitori degli oggetti stessi divenivano il “banco”).
Per quanto riguarda la mercanzia risulta assolutamente filologica al periodo compreso fra XII -XIII Sec.
Le pellicce presentate – per il solo scopo didattico – sono conciate con prodotti compatibili con quelli usati nel periodo di riferimento (concia vegetale) e sono state selezionate per mostrare le specie animali da pelliccia cacciate all’epoca, i loro usi e la loro disponibilità presso i diversi ceti sociali.
Sono esposti anche altri prodotti animali quali ossa corni tendini, ecc. con relativa spiegazione degli usi che se ne facevano.
Inoltre sul banco sono presenti i diversi arnesi usati per l’attività venatoria, dalle armi da caccia, alle trappole, dai corni da richiamo ai coltelli da scuoio, dalle borse da viaggio agli strumenti per la vita nei boschi.
Tutto ciò è rigorosamente prodotto a mano, frutto di studi su testi affermati, realizzato con tecniche storiche e con l'uso di materiali filologici.
Tra le varie attività svolte nella didattica del banco di particolare interesse è l’accensione del fuoco con sistema medievale tramite l’acciarino la selce e l’esca naturale.
Andrea Barbieri
Due erano fondamentalmente le tipologie di caccia praticate all’epoca: la "venatio clamorosa", e la "venatio placita".
La prima è la modalità della caccia in battuta, veniva effettuata da squadre composte da un gran numero di cacciatori, di battitori e di cani. Tutti procedevano in formazione serrata tale da non consentire alle bestie, che fuggivano spaventate dal chiasso volutamente prodotto - "venatio clamorosa" - di scappare infiltrandosi fra di loro. Queste ultime pertanto o venivano inseguite fino all’abbattimento o venivano spinte verso una seconda squadra, formata da soli cacciatori, che in agguato poteva abbattere le prede verso di loro indirizzate.
Questo tipo di attività venatoria era ai danni di animali di grossa taglia, come Cervi, caprioli, cinghiali, ma anche orsi e lupi. Le armi usate erano prevalentemente: lance, spiedi, angoni, balestre.
Questa tipo di caccia era praticata anche dai nobili come svago per dimostrare la resistenza fisica, la tattica ed il coraggio nello scontro corpo a corpo muovendosi però sul territorio di caccia con il cavallo per accentuare maggiormente la posizione di prestigio rivestita
Il secondo tipo la, “Venatio Placita”, è la caccia da agguato. Era praticata singolarmente, o al massimo da pochi individui, in maniera silenziosa e statica con armi da lancio, quali archi e fionde, oppure con reti e trappole. Questa è la caccia “popolare” che si riversa su animali di tutti i tipi tanto per uso alimentare che per le pellicce e in alcuni casi per liberare le aree antropizzate dai competitori naturali. Attribuibile a questa tipologia di caccia silenziosa è anche la falconeria, destinata però ad uno svago più che altro nobiliare.
Severe sono le leggi che regolano l’attività venatoria nell’età di mezzo, di solito tese ad affermare i diritti di caccia su un dato territorio e su specifici animali ed addirittura su alcune tecniche.
Vennero così create riserve venatorie subordinate al consenso del re, ogni nobile o monastero possedeva la sua dove era permesso cacciare anche ai coloni, previa autorizzazione e pagamento in denaro o parte degli animali catturati. Ad esempio nell’Inghilterra medievale tutti i cervi della nazione erano considerati proprietà assoluta del Re e la loro uccisione poteva essere punita con la morte.
IL BANCO
Il Banco da me realizzato si ispira appunto a questa attività nel periodo del XII sec in Italia centro-meridionale sotto la dominazione normanna, propone il mestiere del cacciatore nella sua parte finale, ovvero la vendita delle pelli in un potenziale mercato o fiera medievale.
La ricostruzione da me realizzata è conforme alle caratteristiche ed alle esigenze di questo mestiere in questa precisa “trance” storica; per cui, ad esempio, tutte le mercanzie sono esposte a terra su casse, ceste, pellicce e graticci, poiché l'esigenza di spostamenti continui di città in città non permetteva ai mercanti del tempo di avere tavoli o banchi (quindi le casse ed i contenitori degli oggetti stessi divenivano il “banco”).
Per quanto riguarda la mercanzia risulta assolutamente filologica al periodo compreso fra XII -XIII Sec.
Le pellicce presentate – per il solo scopo didattico – sono conciate con prodotti compatibili con quelli usati nel periodo di riferimento (concia vegetale) e sono state selezionate per mostrare le specie animali da pelliccia cacciate all’epoca, i loro usi e la loro disponibilità presso i diversi ceti sociali.
Sono esposti anche altri prodotti animali quali ossa corni tendini, ecc. con relativa spiegazione degli usi che se ne facevano.
Inoltre sul banco sono presenti i diversi arnesi usati per l’attività venatoria, dalle armi da caccia, alle trappole, dai corni da richiamo ai coltelli da scuoio, dalle borse da viaggio agli strumenti per la vita nei boschi.
Tutto ciò è rigorosamente prodotto a mano, frutto di studi su testi affermati, realizzato con tecniche storiche e con l'uso di materiali filologici.
Tra le varie attività svolte nella didattica del banco di particolare interesse è l’accensione del fuoco con sistema medievale tramite l’acciarino la selce e l’esca naturale.
Andrea Barbieri
© copyright Associazione Culturale Opificium
Tutte le foto e i testi sono di proprietà dell’Associazione. Con ciò non vogliamo vietarne completamente l’uso, a patto che se ne indichi la provenienza e/o autore. Grazie.
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