Rilegatore

Sarà che la rilegatura di un libro inconsciamente si collega alla stampa e invece è uno dei mestieri più antichi! Pensate che, nella cultura greca e latina, già tra il 4° e il 5° sec. d.C. si cominciavano a rilegare libri! Inventata la scrittura, il passo seguente è stato cercare di raccontare su un supporto leggero la cronaca, le ricette, le invenzioni, gli avvenimenti e la vita dei personaggi illustri. Si arrivò al volumen (o rotolo) che consisteva in fogli di papiro o seta incollati o cuciti in modo da formare una lunga striscia, avvolta intorno a un piccolo cilindro di legno, d’osso o d’avorio con due estremità sporgenti, a forma di pomelli e poco dopo alla rilegatura dei fogli di papiro.
Una volta soppiantato il rotolo, dal libro in forma di “codice” ovvero nella forma che attualmente conosciamo, tra il 3 e 4 secolo d.C. I fogli, generalmente di pergamena, erano divisi in fascicoli: Bifolio, un foglio, Duerno, due fogli, Ternione, tre fogli, Quaternione o Quaderno, quattro fogli, Quinterno, cinque fogli, ecc.. Ciascuna metà di un foglio piegato era chiamata Carta: l’uso antico non prevedeva la numerazione dei fogli ma, appunto, delle carte (cartulazione), di cui si
distinguevano il recto e il verso, cioè avanti e dietro. I fascicoli erano cuciti inizialmente a mano e in un secondo tempo, dal XII secolo, con l’aiuto di un telaio di legno tramite robusti fili di lino o canapa. A cucitura completata, le carte erano ulteriormente fissate sul dorso utilizzando colle (ottenute dalla bollitura degli scarti delle pelli) e materiali membranacei di reimpiego. Al volume così ottenuto erano aggiunte le assi lignee ancorate al corpo del libro tramite supporti di cucitura
chiamati nervi. Le assi lignee erano poi coperte dal cuoio e fissato con colla di origine animale. Una volta asciutto, il cuoio era spesso decorato a seconda dell’importanza del suo destinatario.
Le decorazioni erano varie: fregi metallici, pietre o motivi spiraliformi in rilievo ottenuti spingendo il cuoio della coperta su spaghi appoggiati alle assi in legno. In epoca carolingia e post-carolingia furono introdotte anche le incisioni a secco e in seguito in foglia d’oro. Poiché la pergamena dei manoscritti tendeva a deformarsi facilmente, le coperte in legno dei libri erano spesso fermate tramite cinghie o fibbie dette bindelle o da veri e propri fermagli metallici. L’uso della pergamena
come supporto alla scrittura viene definitivamente eliminato in Italia con l’arrivo della stampa, che predilesse la carta, non si deformava si scriveva e stampava molto bene e grazie a queste qualità si alleggerì notevolmente l’oggetto “libro” eliminando la coperta di legno, sostituendola con il cartone, e eliminando i ferri di protezione borchie, cantonali e fermagli.
Dopo questa presentazione della legatura dei libri mi presento io, mi chiamo Lucia Maria Arena e la legatoria è la mia vita ormai, visto che dal 1997 sono titolare dell’Antica Legatoria Viali a Viterbo. Da qualche anno mi ha conquistato il mondo del restauro e così ho perfezionato la mia esperienza diretta, seguendo dei corsi specifici sulle tecniche di restauro della carta e delle tecniche di legature. Con l’esperienza, sempre più libri antichi, mi hanno insegnato i loro segreti di costruzione. Dal restauro a innamorarmi delle rievocazioni storiche è stato un passo, con un mestiere come il mio poi e con una legatoria così longeva che dal 1891 lavora ininterrottamente con le stesse tecniche e attrezzature, è stato facile. Immergermi nel medioevo, periodo fantastico per la legatoria, con i suoi “cartolai”, gli “amanuensi” e i “miniatori” i quali creavano vere e proprie opere d’arti uniche è stata una cosa di estremo fascino. Custode di un mestiere che esiste almeno
da 1700 anni e che, nell’ambito artigiano, senza che si sia stravolto il suo modo di lavorare, fantastico!
Lucia Maria Arena
© copyright Associazione Culturale Opificium
Tutte le foto e i testi sono di proprietà dell’Associazione. Con ciò non vogliamo vietarne completamente l’uso, a patto che se ne indichi la provenienza e/o autore. Grazie.
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