Saponaia

Il sapone vide la sua diffusione in tutto il bacino del Mediterraneo proprio nel Medioevo, grazie
all’espansione araba nell’800 d.C. e ancor più con la fine delle crociate.
Gli arabi sono difatti gli inventori del sapone moderno, una sostanza basica capace di solubilizzare sporco e batteri portati poi via con l’acqua.
Per produrre sapone si utilizzava un grasso vegetale (olio d’oliva, di alloro) o animale (sego e strutto) a seconda della disponibilità, bollito per ore con una soluzione alcalinizzante (alcale, dall’arabo al-qal “potassa”) ottenuta da ceneri di piante e acqua (carbonato di potassio); si profumava con olii essenziali (lavanda, gaultheria) o spezie come cumino, anice e finocchio e colorato con pigmenti di origine vegetale, animale o minerale. Il composto ottenuto si versava in stampi finché, dopo un periodo di maturazione e una blanda solidificazione, si potesse utilizzare.
Nel XII secolo vennero impiantati saponifici in Europa: Castiglia (Spagna), Savona e Venezia (Italia) e Marsiglia (Francia). Proprio a questa epoca risale la prima ricetta dettagliata del sapone, in una raccolta di formule segrete per gli artigiani; quella dei saponai era una delle influenti corporazioni medievali.
I sovrani così come i contadini usavano lavarsi le mani prima e dopo i pasti per necessità (finché non si è fatto largo uso delle posate) ma soprattutto perché era un rituale che aveva una forte valenza sociale. La popolazione più abbiente utilizzava sapone in bagni, anche in compagnia, in grandi tinozze.
Elisabetta Fiorini
all’espansione araba nell’800 d.C. e ancor più con la fine delle crociate.
Gli arabi sono difatti gli inventori del sapone moderno, una sostanza basica capace di solubilizzare sporco e batteri portati poi via con l’acqua.
Per produrre sapone si utilizzava un grasso vegetale (olio d’oliva, di alloro) o animale (sego e strutto) a seconda della disponibilità, bollito per ore con una soluzione alcalinizzante (alcale, dall’arabo al-qal “potassa”) ottenuta da ceneri di piante e acqua (carbonato di potassio); si profumava con olii essenziali (lavanda, gaultheria) o spezie come cumino, anice e finocchio e colorato con pigmenti di origine vegetale, animale o minerale. Il composto ottenuto si versava in stampi finché, dopo un periodo di maturazione e una blanda solidificazione, si potesse utilizzare.
Nel XII secolo vennero impiantati saponifici in Europa: Castiglia (Spagna), Savona e Venezia (Italia) e Marsiglia (Francia). Proprio a questa epoca risale la prima ricetta dettagliata del sapone, in una raccolta di formule segrete per gli artigiani; quella dei saponai era una delle influenti corporazioni medievali.
I sovrani così come i contadini usavano lavarsi le mani prima e dopo i pasti per necessità (finché non si è fatto largo uso delle posate) ma soprattutto perché era un rituale che aveva una forte valenza sociale. La popolazione più abbiente utilizzava sapone in bagni, anche in compagnia, in grandi tinozze.
Elisabetta Fiorini